Prospezioni Georadar nel sito “Pozzo di Santa Cristina” Paulilatino(OR)
Committente
ARCHEOTOUR Soc. Coop.
COMUNE DI PAULILATINO
I Tecnici
Ing. Salvatore Roberto Addis Ing. Fabio Massimo Satta
Arch. Michele Ciudino
1. SOMMARIO
La presente è il sunto di una campagna di prospezioni Georadar effettuate nella Provincia di Oristano, in comune di Paulilatino, per conto dell’amministrazione comunale in collaborazione dell’ARCHEOTOUR Soc. Coop.
Le prospezioni sono state realizzate nel complesso archeologico del pozzo sacro di Santa Cristina in Paulilatino (OR), con lo scopo di individuare la possibile esistenza di ulteriori ambienti interrati non indagati e/o la presenza di target significativi utili alla comprensione dello stato di fatto, e utili ad approfondire la conoscenza della struttura archeologica.
2. CENNI STORICI E DESCRIZIONE MORFOLOGICA
Il sito di Santa Cristina sorge in territorio di Paulilatino, circa 4 km a sud del centro abitato, in provincia di Oristano e si compone prevalentemente di tre aree:
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Il complesso del pozzo sacro circondato da capanne;
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il nuraghe con la capanna allungata;
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la chiesa dedicata a Santa Cristina, da cui tutta la località prende il nome.
Il complesso del pozzo sacro si situa a nord-est del sito ed è formato, oltre che dal pozzo, dalla “Capanna delle riunioni”, da un recinto e dalle capanne del mercato, una serie di ambienti a pianta pseudo rettangolare.
Il pozzo sacro presenta la struttura tipica delle architetture coeve con la presenza di un vestibolo e una scala discendente verso la camera sotterranea in cui si trova l’acqua. La struttura del pozzo in analisi è cinta da una bassa struttura muraria realizzata in conci sbozzati di forma ellittica di circa 26 x 20 m che presenta un’unica apertura in corrispondenza del vestibolo. La scala, realizzata in conci squadrati di basalto, è costituita da 25 gradini e protetta da una struttura a gradoni, presenta una pianta trapezoidale con lunghezza pari a 7.00 m e con una larghezza massima di 3.47 m a livello del terreno che si stringe fino a 1.40 m ad una profondità di circa 6.90 m. La camera interna presenta una pianta circolare di circa 2.50 m di diametro alla base che si restringe in anelli decrescenti andando verso l’alto. L’ultimo di tali anelli, aperto a livello del terreno, presenta diametro di 0.33 m.
3. INTRODUZIONE ALL’INDAGINE
Questo documento raccoglie i risultati delle prime prospezioni Georadar eseguite nel complesso archeologico del pozzo sacro di Santa Cristina.
La campagna di prospezioni radar è stata effettuata nell’agro di Paulilatino (SS), per conto dell’amministrazione comunale.
Le prospezioni sono state realizzate in data 14 settembre 2022 e 21 marzo 2023, alla presenza dei seguenti tecnici:
Ing. Fabio Massimo Satta (Tecnico S.T.M.),
Ing. Salvatore Roberto Addis (Tecnico S.T.M.),
Arch. Michele Ciudino (Collaboratore Tecnico S.T.M.),
Geom. Francesco Cossu (Collaboratore Tecnico S.T.M.),
Rosa Satta (Collaboratore Tecnico S.T.M.)
3.1 Scopo dell’indagine
Le prospezioni radar eseguite nell’area del pozzo sacro, nell’agro di Paulilatino, hanno avuto come scopo l’individuazione di anomalie nel sottosuolo che possano far pensare alla presenza di ulteriori strutture murarie interrate nelle immediate vicinanze del pozzo.
4. LE INDAGINI RADAR
4.1 La strumentazione hardware e software utilizzata
4.1.1 Il sistema di acquisizione
Fig. 1 – Sistemi di acquisizione: Hi Mode200-600 – Stream DP
4.1.2 Il sistema di elaborazione dati
Per la fase di elaborazione dati sono stati utilizzati i seguenti apparati:
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PC dotato di scheda video a due uscite al quale sono stati connessi due monitor;
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software database per la corretta gestione dei dati radar;
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Software Ids Gred HD e IQ Maps per l’elaborazione ed analisi dei dati.
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Autocad 2010 per il posizionamento dei risultati su cartografia.
Una volta scaricati i dati radar grezzi su PC (direttamente tramite cavo di rete) per mezzo del software dedicato di elaborazione Ids Gred HD su sistema Operativo Microsoft Windows 10, è stato possibile processare automaticamente i suddetti dati, gestire contemporaneamente un grande numero di sezioni radar, estrarre immediatamente tutti i target rilevati dal georadar da riportare su una mappa CAD dei bersagli rilevati.
Fig. 2 – La stazione di elaborazione dati
4.2 Indagine Georadar.
4.2.1 Scopo dell’intervento ed area indagata
Questa prospezione Georadar è stata effettuata allo scopo di verificare l’esistenza di anomalie nel sottosuolo riconducibili a beni archeologici di qualsiasi tipo o a resti di precedenti impianti murari. L’area di indagine è quella mostrata in Fig. 3 e che comprende parte dello spazio tra le capanne già riportate alla luce e il pozzo sacro.
Fig. 3 Area indagata nel sopralluogo del 14 settembre 2022 di con individuazione dei principali target (cerchi rossi)
Fig. 4 Area indagata nel sopralluogo del 21 marzo 2023
4.2.2 Modalità di indagine
L’indagine è stata svolta con il preliminare posizionamento di un sistema di riferimento, che potesse consentire la georeferenziazione delle scansioni sulle planimetrie con l’ausilio di un programma CAD (vedi Fig. 2).
Utilizzando l’apparecchiatura radar descritta nei paragrafi precedenti (antenne da 200-600MHz) sono state realizzate delle scansioni perpendicolari all’asse delle longitudinali (scansioni longitudinali). L’area ricoperta al termine dell’indagine è quella mostrata in Fig. 3-4.
L’analisi sulle scansioni viene eseguita con l’ausilio del programma IDSGred HD che consente la visualizzazione di immagini tomografiche che rendono conto di regioni a profondità costante in cui è presente un probabile bersaglio. Una volta individuate le regioni in cui si verifica la presenza di possibili bersagli, si prosegue con lo studio minuzioso delle prospezioni Georadar in corrispondenza di tali aree con l’analisi puntuale delle sezioni verticali sia longitudinali che trasversali.
Fig. 5 tomografie con sezione longitudinale quota -1.60 m.
Con un cerchio ocra e uno rosso si sono individuati nella tomografia soprastante i target risultanti dall’indagini e degni di un approfondimento. Con delle iperboli dei rispettivi colori si sono stati riportati sulla sezione radar le iperboli che denotano la presenza dei target e la loro profondità.
Fig. 6 tomografie con sezione Longitudinale quota -2.05m. in rosso anomalie
Le stesse anomalie di cui alla fig. 5 si sono riscontrate nella tomografia e nella sezione a 2.05 m di profondità. Si è individuato con gli stessi colori quanto detto per la fig. 5, a denotare come i target si riscontrino al variare della profondità di indagine.
4.2.3 Conclusioni
Il sottosuolo dell’area indagata presenta una conformazione di terreno eterogeneo. In seguito all’analisi dei dati in nostro possesso, si è riscontrata la presenza di anomalie nelle immediate vicinanze ad ovest del pozzo. A tali anomalie si riconosce un effettivo profilo di interesse, legato alla geometricità dei target che presentano forma lineare ad andamento vagamente circolare, coerente con il resto delle capanne nuragiche presenti in situ. Questo andamento, già vagamente visibile a 0.70 m di profondità, si continua a leggere fino a oltre 2.00 m, profondità al quale il segnale inizia a disperdersi.
5. INDAGINE TERMOGRAFICA
5.1 La strumentazione utilizzata
L’indagine termografica ha previsto l’impiego di aeromobile tipo Drone -MAVIC ENTERPRISE DUAL-.
Caratteristiche tecniche
Sensore
Microbolometro VOx non raffreddato
Obiettivo
Campo visivo orizzontale (HFOV): 57°
Apertura: f/1.1
Risoluzione del sensore
160×120
Banda spettrale
8-14 μm
Dimensione dell’immagine
640×480 (4:3);
640×360 (16:9)
Modalità fotografiche
Scatto singolo
Scatto a raffica: 3/5/7 fotogrammi
Modalità di registrazione video
640×360 a 8.7fps
Accuratezza
Guadagno alto: Max ±5% (tipico)
Guadagno basso: Max ±10% (tipico)
Intervallo scena
Guadagno alto: tra -10° e +140°C
Guadagno basso: tra -10° e +400°C
Formato Foto
JPEG
Formato Video
MP4, MOV (MPEG-4 AVC/H.264)
5.2 Scopo dell’indagine
L’indagine termografica è stata condotta sulle aree immediatamente circostanti al complesso archeologico del pozzo nuragico attraverso l’acquisizione di termogrammi atti a mappare le superfici a differenziale termico rilevabile nell’infrarosso, al fine di rilevare presenze di target nel suolo riconducibili a beni archeologici di qualsiasi tipo o a resti di precedenti impianti murari. Sono state predisposte delle schede relative alle indagini termografiche svolte, in cui sono stati riportati i termogrammi rilevati, la loro posizione in relazione alle aerofoto. (Cfr. Allegato Report ispezione termografica).
5.3 Metodi e risultati dell’indagine
L’indagine è stata svolta intorno alle ore 12.00, quando il sole aveva già completamente irraggiato la zona di indagine. Il volo, preventivamente programmato in studio, è stato condotto da un pilota autorizzato EASA, ad una quota di 50 m da terra e ha permesso di acquisire numerosi termogrammi con la quale è stato possibile ricostruire, tramite software di fotomodellazione una nuvola di punti in cui si evidenziano le aree a maggiore differenziale termico.
Fig. 7 Ripresa tramite volo APR dell’esecuzione di indagine Georadar
Fig. 8 – Ortomosaico da volo APR con camera all’infrarosso con evidenziata in nero un’area di particolare interesse
Dall’indagine tramite infrarossi e APR si evidenzia un’area ad ovest del pozzo (zona 1), già precedentemente identificata come area di potenziale interesse a seguito di indagine georadar e cerchiata in nero nell’ortomosaico di cui sopra. Tale risultanza, correlata all’indagine georadar potrebbe indicare la presenza di un target di interesse da approfondire tramite saggio archeologico; allo stesso modo si è identificata l’area cerchiata a sud del pozzo, come una zona di potenziale interesse archeologico, vista la presenza di target simili alla zona 1.
Calangianus,
lì 07 settembre 2023